Zynga, i giochi di Facebook non sono arte

Andy Tian, CEO della divisione cinese di Zynga, ha parlato nel corso di un evento alla GDC China, spiegando il suo punto di vista sui giochi per Facebook (e sui videogiochi in generale). Nello specifico, Andy ha sollevato alcune interessanti questioni sul binomio arte-videogiochi.

Noi appassionati di videogiochi sappiamo bene che la nostra “arte” è da sempre bistrattata. Il cinema è arte, la musica certamente, la fotografia è arte al 100%, ma il videogioco no. Eppure, il videogame racchiude musica, immagini, storie ed aggiunge a questo l’interattività.

Ci sarebbero quindi tutti i presupposti per definire il “media” videogioco come arte, ma molti non sono d’accordo, e tra questi, anche il CEO di Zynga China. Andy ha infatti spiegato che lo scopo di una software house (come quella da lui guidata, ma non solo) è quello di creare giochi divertenti ed appassionanti che siano in grando di portare soldi nelle casse dell’azienda, non dimentichiamoci infatti che le case produttrici non sono Onlus, ma appunto, aziende, e come tali devono necessariamente guadagnare denaro dalle proprie produzioni.

Quindi, certamente nella realizzazione di un videogioco sono impegnati tantissimi talenti, ma non è assolutamente possibile paragonare un gioco ad un quadro oppure ad un romanzo, secondo il CEO di Zynga. Chi scrive però non è del tutto d’accordo con queste parole.

E’ vero, forse Pro Evolution Soccer non è arte, neanche Call of Duty ha qualcosa di artistico, ma perchè un videogioco come Assassin’s Creed Brotherhood non dovrebbe essere considerato “artistico”? Se un film come Inception è arte, allora anche Assassin’s Creed può rientrare nello stesso filone.

Indubbiamente FarmVille, CityVille, FrontierVille e tutti gli altri giochi di Zynga non hanno niente a che fare con l’arte, ma dire “i videogiochi non sono arte” nel 2010 dimostra una scarsa conoscenza di questo media.

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