UE: chi non usa Facebook è fuori

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social networkChiaro il messaggio che l’UE vuole mandare all’Europa: chi non utilizza i nuovi mezzi di comunicazione mediatica è fuori dalla società. Sembra un avvertimento che chi non si adegua sarà buttato fuori dall’Unione, ma non è così. Semplicemente chi non andrà di pari passo con le nuove tecnologie troverà difficolta a relazionarsi con gli altri.

Ma deve per forza essere così? Sembra proprio che ci vogliano tutti lì. Tutti sotto controllo. A quale problema incorro se non mi iscrivo? Sembro associale?

Personalmente non ho un account Facebook, MySpace, Twitter, FriendFeed ma mi sento integrato nella società normalmente. Ho i miei amici, esco con loro per “condividere” realmente (e non virtualmente, chiediamoci: cosa significa condividere virtualmente?) la mia vita, sogni e regali e dopo tante battaglie, finalmente nessuno mi chiede: <<Perchè non hai Facebook?>>.

Eppure mi piacciono le nuove tecnologie e le utilizzo nel migliore dei modi. Secondo me, quello che fa gola a molti, soprattutto alle aziende, è la possibilità di avere accesso ai milioni di dati che social network come Facebook detengono. E ben presto, diverrà anche il desiderio di tutti gli stati.

Anche io ho parenti lontani, amici che ho perso nel tempo, ma se non ci parlo più ci sarà un motivo, vero? Credo che anche voi la pensate in questo modo. Se fossero realmente importanti, manterrei un contatto con loro. Ma perchè per forza Facebook quando posso videochiamarli sul semplice Messenger?

Perchè tutti devono sapere che cosa faccio? Non capisco a quale scopo. Per condivisione? E che significa? Ritrovarsi in un bel bar con una birra davanti e parlare di quello che si ha vissuto in vacanza o nel passato non è meglio? Dobbiamo buttare via la nostra capacità di ascoltare e immaginare con la fantasia, ciò di cui qualcuno ci parla?

Questo è parte del mio pensiero in proposito.

Ma ecco cosa afferma il documento dell’UE in suo favore (parte della discussione avvenuta in questi giorni):

L’educazione ai media può migliorare il modo in cui il pubblico utilizza i motori di ricerca, può insegnare agli alunni come si realizza un film o come funziona la pubblicità. In alcuni paesi (ad esempio in Svezia, Irlanda e nel Regno Unito) l’educazione ai media fa già parte dei programmi scolastici. Il sito internet britannico kidSMAR T insegna ai giovani come usare i siti di socializzazione in rete in modo sicuro.

L’educazione è un settore di competenza nazionale, ma la Commissione oggi ha invitato i paesi dell’Unione ad aprire un dibattito su come attribuire un ruolo importante all’educazione ai media nella scuola. Coloro che utilizzano i media devono essere consapevoli dei rischi connessi alla diffusione dei loro dati personali: più sono competenti nell’utilizzo di queste tecnologie ed esperti su come funziona la pubblicità in linea, meglio possono tutelare la propria privacy.

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