Tutorial: sbirciare le foto degli “sconosciuti”

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Ebbene le applicazioni su Facebook continuano ad espandersi a macchia d’olio, ma c’è qualcosa che potrebbe interessare gli utenti oltre ai soliti giochini offerti dal social network mondiale. Stiamo parlando della possibilità di poter scovare le fotografie di persone non ancora nostre amiche su Facebook.
La copertura di questi servizi, si basa sulla “scusante” di permettere all’utente in fase di richiesta amicizia di verificare bene se si tratta della persona che cerchiamo, ma nessuno ha il vero coraggio di mostrare la propria anima voyeur.
Le applicazioni a prova di ficcanaso si chiamano “Seegugio” e “Photo Stalker”.
Entrambe hanno in comune la possibilità di mostrare agli “estranei” le nostre foto, a meno che non le abbiamo tutelate con la nostra applicazione di censura nei confronti di tutti.
Ma vediamo come si usano. Entrambe si trovano semplicemente nella ricerca applicazioni di Facebook, anche se sono nella lista delle Top Applications, quindi non dovrebbe essere difficile reperirle. Installate sul proprio profilo, consentono di essere utilizzate come un motore di ricerca nel quale si inserisce il nome ed eccoci catapultati nella pagina degli album dell’utente malcapitato di turno.
“Photo Stalker” di Josh Carcione e “Seegugio” come prodotto made in Italy, hanno superato complessivamente in due già gli 80 mila sostenitori, ed il numero tende a crescere. Tutto ciò a scapito della privacy? Carcione specifica che la sua applicazione: “non ti fa vedere tutte le foto presenti, ma solo quelle possibili e non fa nulla che non si possa già fare su Facebook e quindi rispetta le policies di privacy del social network”.
Le informazioni contenute in questa breve guida, non sono da considerarsi come un invito a “sbirciare” nelle foto di persone conosciute che magari non hanno ancora accettato (o non vogliono accettare) la nostra amicizia, ma sono divulgate solo per completezza tecnica. Ebbene, secondo gli esperti, risulta che finchè le fotografie vengono solo viste sembra che non ci sia alcuna violazione di privacy, ma attenzione alla diffusione che è reato.

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