Il tatuaggio con i 152 amici di Facebook… è viral marketing

L’eccessivo utilizzo di Facebook, l’amore, in ogni sua forma, per i propri amici e, ancora, la passione per l’impiego di una risorsa di social networking potrbbero condurre l’essere umano a mettere in atto operazioni che, per quanto, apparentemente, possano risultare simpatiche ed originali vanno invece a configurarsi come tutt’altro.

È questo il caso del video che, da alcune ora a questa parte, impazza in rete mostrando una donna che, munita tanto di originalità quanto, al tempo stesso, anche di una buona dose di follia, ha deciso di farsi tatuare sul braccio i suoi 152 amici di Facebook.

Nel video, annesso alla fine del post, viene illustrata a più riprese l’intera procedura eseguita per realizzare il tatuaggio corredata, ovviamente, dal risultato finale.

Tuttavia, per la gioia di coloro che hanno guardato con sospetto ad un’operazione di tale tipologia e, parallelamente, per il dispiacere di quelli che amano bizzarria ed originalità, il tatuaggio in questione altro non è che una bufala.

“Ma come… è il video?” sicuramente molti di voi lettori di IoChatto si staranno ponendo tale interrogativo a cui l’unica risposta certa altro non è che “viral marketing”.

Il filmato, infatti, è stato realizzato a scopo commerciale puntando alla rapida diffusione tra gli utenti proprio per la forte carica emozionale che lo caratterizza (e l’obiettivo sembrerebbe essere stato raggiunto in pieno!).

La news circa la bufala è stata riportata dal blogger Michel Wester che ha sbugiardato il filmato sottolineando quanto precedentemente affermato unitamente al fatto che il tatuaggio eseguito altro non è che un trasferibile, una decalcomania, facilmente rimovibile nel giro di breve tempo senza ricorrere ad alcun intervento chirurgico ma, molto più semplicemente, all’acqua.

Ma qual’è l’azienda che, presumibilmente, c’è dietro tutto ciò? Pretty Social, una società specializzata nello stampare le foto dei propri amici su Facebook e Hyves su diversi prodotti e materiali.

Via | Mashable