Facebook dichiara guerra ai porno stalker che rubano le foto degli utenti

In questi giorni è trapelata la notizia che Facebook vuole far chiudere il sito IsAnyoneUp.com, perché colpevole di porno stalking ai danni degli iscritti al network. Infatti il sito è costituito proprio dalle foto osé pubblicate dagli utenti Facebook sul profilo. Scatti sexy con la webcam e con il telefonino, foto per pochi intimi prelevate e ripubblicate all’insaputa dell’utente.

IsAnyoneUp sta avendo un grande successo in internet per i suoi contenuti di porno amatoriale, ma il fatto che i soggetti delle foto non siano a conoscenza di essere finiti su questo sito sta suscitando un grosso scalpore. Ma non è tutto: alcune delle ragazze finite su IsAnyoneUp non hanno mai postato scatti sexy sul social network, ma si sono ritrovate comunque sul sito mezze nude perché gli ex fidanzati hanno mandato le foto al sito porno con tanto di link al profilo Facebook.

Così IsAnyoneUp è finito nel mirino di Mark Zuckerberg e soci, in quanto il sito sarebbe responsabile di porno stalking su Facebook.

Riconoscere e prevenire lo stalking sui social network

 

Oggi tocchiamo un argomento particolare che potrebbe interessare tutti gli utenti di IoChatto, ed in particolare, coloro che da un certo punto di vista, si sentono “attaccabili” dai social network e da tutto quello che ci gira dietro. La parola stalking, negli ultimi anni è sempre più presente nell’immaginario collettivo comune, ma soprattutto, la vediamo sempre più spesso scritta sui giornali e ne sentiamo parlare quando si parla di social network e telefonia mobile.

Caso di stalking su Facebook

Ancora una volta sentiamo Facebook come protagonista di episodi di cronaca. In questo caso parliamo di I. G. uomo di 48 anni residente nel ragusano, a cui il Tribunale dei Minori aveva tolto l’affidamento del proprio figlio di cinque anni, dandolo alla compagna.

L’idea di vendicarsi è partita proprio sfruttando il social network. In primo luogo, ha cominciato a perseguitare le Assistenti Sociali, secondo lui, complici del mancato affidamento della giustizia, passando poi all’ex compagna con uno stalking pressante. L’uomo è stato poi arrestato per far cessare la persecuzione alle donne, ma procediamo per gradi.

Messaggi costanti su Facebook equivalgono a stalking

 

La Cassazione ha dichiarato in questi giorni punibile con l’accusa di stalking, la persecuzione di un utente con messaggi continui attraverso Facebook. Ad attuare il provvedimento è stata la Magistratura Penale. Secondo la Corte di Cassazione, infatti, è ritenibile da punire per stalking anche chi perseguita con tag fatti su foto e video oltre che i messaggio continui sul social network. La sentenza identificativa del provvedimeno è la numero 32404 del 30 agosto 2010.
Il caso che ha fatto esplodere la scintilla è stato discusso dalla Corte Suprema che ha confermato la custodia cautelare pronunciata dal Tribunale di Sorveglianza di Potenza nei confronti di un uomo adulto, indagato per aver inviato una serie di filmati con contenuti osceni e fotografie personali e non a luci rosse alla propria ex. Per lui la colpa di aver commesso “atti persecutori di cui all’art. 612-bis c. p., introdotto con il D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 meglio noto con il termine anglosassone “stalking”.

Facebook, un nuovo caso di stalking ma a lieto fine

stalker

Sembra che ci stiamo abituando a sentire notizie di cronaca che vedono di buon occhio il social network Facebook. Mentre c’è stato il periodo primaverile ed estivo del 2009, che ci aveva abituato alle “crisi” legali avute dal social network a causa dei continui attacchi per la tutela della privacy del propri utenti, in questo periodo stiamo vivendo delle buone notizie che provengono dall’interazione di utenti e della rete sociale.

Facebook: 3 mesi di carcere per cyberbullismo

FacebookTre mesi di carcere per riflettere per come ha insultato e perseguitato una sua ex compagna di scuola. Questa è stata la sentenza della corte britannica per Keeley Houghton, ragazza inglese di 18 anni. E’ il primo caso di processo per cyberbullismo e forse non sarà l’ultimo. Si perchè proprio per il coraggio dimostrata dalla ragazza denunciatrice, altri migliaia di suoi coetanei potrebbero finalmente ribellarsi alla pressione dei bulli che li opprimono.

Tre mesi in un carcere giovanile. Le offese e le minacce erano in realtà iniziate 4 anni prima e sono continuate fino a pochi giorni. A scuola, per i bar, per strada, appena le due si incontravano, Keeley non le dava pace. Nel 2005 era arrivata anche a prendere a calci la porta di casa della malcapitata. Un odio profondo inspiegabile, che l’ha portata qualche anno dopo a picchiarla all’uscita della scuola, con conseguente espulsione dell’istituto. L’ultimo atto d’offesa è stato scrivere su Facebook:

Keeley is going to murder the bitch. She is an actress. What a ******* liberty. Emily ****head Moore.

Facebook e fenomeno stalking, un nuovo caso in Italia

Sono molti i casi in cui Facebook, il noto social network, sta diventando sempre più presente nelle cronache di tutto il mondo. L’ultimo caso pervenuto dall’Italia, riguarda un caso di stalking. Lo stalking secondo Wikipedia, proviende da un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola e generando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità.
Il caso specifico, tratta di un ragazzo di 20 anni, R. L. residente a Bologna, che dopo essersi impossessato del numero di telefono dell’account di Internet, ma soprattutto dopo averla conosciuta su Facebook, ha cominciato a telefonare alla giovane notte e giorno intimando e minacciando di farle del male se non fosse scesa a ricatti sessuali.