Lo studio di cui parliamo oggi, è stato condotto dalla A&F Research secondo le informazioni date dalla committente Trend Micro, per conto delle Piccole e Medie Imprese.
Da quanto dimostrato, le così dette PMI, sembrano aver paura dei social network e la A&F ha analizzato le potenziali preoccupazioni delle aziende. In primis, sono risultate le paure derivanti dalle soluzioni di sicurezza informatica e quelle legate alla conservazione dei dati sensibili. Basandosi su una scala che va da 1 a 5, le PMI intervistate hanno attribuito a questa paura, un valore medio di 2,68 alla perdita e/o furto dei dati aziendali e un 2,65 a quello dei dati personali caricati sui computer. Altro risultato ottenuto è quello che vede come protagonista il credit crunch (letteralmente “stretta del credito”), che varrebbe a significare un calo rapido e pesante dell’offerta di credito. Al credit crunch, è stato assegnato un valore di ben 2,61.
spam
Sidewiki: una specie di Stumble Upon ma di Google
Google ha da poco rilasciato una nuova estensione per la sua Google Toolbar chiamata Sidewiki. Il suo funzionamento è paragonabile a quello di Stumble Upon, enorme bacino di link ordinati secondo le preferenze degli utenti. Con una sola, grande differenza: mentre Stumble Upon raccoglie il parere degli utenti che raccomandano questo o quel sito, Sidewiki permette di visualizzare in una barra laterale del browser tutti i commenti inerenti alla pagina web che abbiamo aperto sotto forma di discussione.
E’ possibile lasciare un commento proprio tramite Sidewiki, così da leggere, in un secondo momento, le opinioni di chi ha visitato quella pagina prima di noi. Ma non è tutto. Con Sidewiki possiamo aprire delle discussioni o partecipare a quelle già in corso, tutto in un comodo frame alla destra del nostro browser, come in una grande community globale, priva però di moderatori. Si potrà discutere di qualsiasi argomento, e loggarci con il nostro account Facebook o il nostro username su Twitter. L’assenza di un moderatore per i commenti non sarà un problema per Google, che ha già pronto un algoritmo per filtrare lo spam anche in Sidewiki.
Se volete provare l’ebrezza del commento globale fate subito il download di Google Toolbar con Sidewiki. Sidewiki è disponibile per Internet Explorer versione 6 e superiori, e Mozilla Firefox versione 2 e superiori. Sì, avete letto bene. Google Tolbar con Sidewiki non è compatibile con Chrome. Il motivo? La sua integrazione è prevista nelle prossime versioni del browser di casa Google. Nell’attesa, impariamo a conoscere meglio questo potente strumento di commento globale con il video che trovate subito dopo il salto.
Twitter da fondamentale ad inutile
Questo è ciò che si dice negli ultimi giorni: se durante le elezioni iraniane è stato un mezzo di riferimento per poter avere aggiornamenti in tempo reale sulle notizie riuscendo a superare censure ed ogni tipo di barriera, ad oggi è stato definito un solo mezzo di inutilità e chiacchiere per oltre il 40% dei suoi utilizzi.
A parlare, lo studio americano di una società: la Pear Analytics. La società di ricerca ha dichiarato apertamente che nel 40% dell’utilizzo di Twitter da parte degli utenti, si fanno solamente “chiacchiere inutili”, il twittare non è quindi come un cinguettio dell’uccellino, ma come il canto assordante e non sempre piacevole di una cicala.
TweetBlocker: addio spam su Twitter
Lo spam è uno dei metodi più odiati per ricevere pubblicità su internet. Centinaia e centinaia di caselle di posta elettronica devono fare i conti ogni giorno con questa scocciatura e qualcuno, in casi estremi, decide di cambiare indirizzo pur di non ricevere più questo tipo di email assidua e abusiva. Ma lo spamming si diffonde e come abbiamo già visto, inizia ad attacare in massa Facebook e Twitter che, pur disponendo di tutte le misure di sicurezza disponibili, talvolta non riescono a fermare tali ondate, sempre più forti.
Ma da oggi, gli utenti Twitter potranno finalmente avere sollievo grazie ad un innovativo servizio che si chiama TweetBlocker, un’applicazione sviluppata da Hashrocket Labs e disponibile al seguente sito internet. Utilizzarlo è molto semplice e bastano sostanzialmente pochi click.
Report di McAfee dalla nascita dei social network
Da quando sono nati e si sono diffusi sempre più i social network, i volumi di spam e botnet sono cresciuti a dismisura. Solo nel mese di Marzo del 2009, si parla infatti di un incremento dei volumi di spam del 141%. I report delle minacce diffuso da McAfee nella scorsa settimana per il secondo trimestre del 2009, ha infatti evidenziato l’allarmante situazione che vede una espansione costante di botnet e di minacce malware auto installanti.
Sono più di 14 milioni di computer ad essere colpiti da botnet e dai criminali informatici con una crescita continua media del 16% al mese.
I ricercatori di McAfee, hanno inoltre comunicato che nell’arco di 30 giorni, il malware AutoRun ha infettato più di 27 milioni di file. Questo malware sfrutta l’Autorun di Windows e si diffonde tramite le pen drive ed i lettori MP3 portatili. Il tasso di rilevamento supera del 400% il caro vecchio work Conficker che aveva il record di infezioni nel mondo. Questo aumento è dovuto soprattutto all’uso on line dei nostri computer.
Badoo: accusa di spam “nascosto”
Il social network che prima di Facebook era considerato tra i maggiori con oltre 20 milioni di utenti registrati (che sono diventati 5 milioni di utilizzatori), si trova in questi giorni sotto accusa da molti utenti. Con un pulsante rosso che è stato inserito nel nuovo layout del social network fotografico Badoo, si è riscontrato che automaticamente il server comincia a mandare una serie di e-mail che avviano la question di generare un traffico maggiore sul portale. Secondo i rumors, questa, sarebbe una trovata pubblicitaria che vede coinvolti gli stati d’animo di sofferenza a causa della rapida ascesa di Facebook. Di conseguenza, anche se il portale rileva il suo bel quantitativo in milioni di utenti, ed ha una valutazione economica di circa 300 milioni di dollari (stime di Gennaio 2009), per generare maggiore traffico soprattutto dagli utenti iscritti che mancano da un po’ di tempo dal social network è nato questo pulsante rosso.
Twitter: rubate le password d’accesso del New York Times
Ebenne si, ce l’hanno fatta anche con il colosso giornalistico, in fin dei conti era un account come gli altri che si basava sulle stesse regole ed opzioni di privacy. Alcuni Hacker hanno rubato le password d’accesso dell’account Twitter del New York Times e lo hanno utilizzato come “mediatore” di migliaia di messaggi spam, inviati ai 500.000 fan del giornale. Il messaggio era questo:
Everyone visit for 100% FREE webcam girls/guys doing anything you ask them in the chat, I love it personally.
In poche parole: Ognuno guarda ragazzi e ragazze alla webcam che fanno qualsiasi cosa che chiedi loro in chat, a me personalmente piace.
Qualcuno sicuramente si sarà accorto dello spam, altri invece avranno aperto il link senza pensarci due volte finendo su chissà quali server illegali e/o pagamento.
Twitter abbatte un worm correggendo un bug
Twitter è entrato in gioco nel mondo dei social network pian piano, ma sta diventando un interessante fenomeno che al centro dell’attenzione di tanti comincia a fare grandi numeri. Questi grandi numeri permettono di testare e rilevare nuovi bug e correggere righe di codice man mano che si va avanti. E’ proprio ciò che è accaduto durante il Week end di Pasqua: si è partiti da un bug per capire che in realtà fosse un worm. Gli uomini di Twitter non hanno avuto timore e si sono messi subito al lavoro rimettendo a posto la questione sicurezza del social network.
All’emergere del problema, si sono quadruplicati i messaggi di spam sul sito, derivanti tutti dallo stesso sito web. La confessione dell’accaduto, arriva proprio da uno dei protagonisti: il 17enne Michael “Mikey” Mooney di Brooklyn, che avrebbe scoperto la falla e subito avrebbe sfruttato l’occasione per promuovere il proprio sito “StalkDaily“.
Social Network batte l’E-mail 1 a 0
Secondo le nuove statistiche pubblicate on-line dalla Nielsen (società di consulenza italiana che fornisce dati ed analisi ai propri clienti), il fenomeno del social networking sta spopolando al punto di far parlare gli esperti dei new media di nuova “generazione Facebook”. Questa seconda generazione, sta sorpassando nettamente l’utenza di quegli utenti definiti di prima generazione: quelli legati alle e-mail. La mail sta continuando a perdere la propria popolarità a seguito di un fenomeno ingombrante e fastidioso per molti utenti ed aziende: lo spam e la diffusione indesiderata degli indirizzi senza approvazione di utilizzo.
Secondo i dati, le community dei social network sono riuscite nel solo 2008 ad attirare a se oltre il 67% dei navigatori con un aumento del 5,4% rispetto all’anno 2007. Lo studio è stato portato a termine dalle Nielsen, che facendo un’analisi sui nove Paesi dove è più diffusa la cultura dell’ “on-line” (Italia compresa), ha portato la conclusione che i blog ed i social network hanno portato a se più traffico e nascita di account di posta elettronica.
Pet Society, attenzione alle truffe su Facebook
Gli utenti del forum della Playfish, la compagnia che su Facebook gestisce Pet Society, mettono in guardia gli iscritti a questo popolare social game dal pericolo spam, che stavolta riguarda un caso tutto italiano.
L’avviso riguarda infatti il gruppo “Pet Society Italia” un gruppo dedicato a tutti i giocatori italiani di Pet Society che vogliono aumentare le loro pet-amicizie ed effettuare scambi. Il gruppo è stato fondato da Paolo Valle, che in passato dichiarava di lavorare per la Playfish e di avere grazie a ciò il privilegio di coins illimitati e oggetti in anteprima non ancora usciti nel negozio. Proprio in virtù di questi privilegi, Paolo Valle promuoveva lo scambio di oggetti rari.
Se siete iscritti a questo gruppo, e avete ricevuto da Pet Society Italia una mail in cui vi vengono promessi oggetti rari, punti esperienza (paw points) o la possibilità di guadagnare molte monete partecipando a contest o lotterie, non cascateci. Si tratta di un tentativo di spam, o peggio di una truffa che mira a privarvi degli oggetti più preziosi (vestiti o mobili) che appartengono al vostro Pet.