Sempre più pericoli sui social network

Evasione fiscale

Il pericolo di pubblicare i propri dati personali sui social network, è sempre più incombente, soprattutto da quando è nata la mania di effettuare controlli da parte di Enti Pubblici di riscossione ed ultimamente dalle Compagnie Assicurative. Infatti, a partire dai lavoratori che hanno pubblicato le loro informazioni e si sono ritrovati senza lavoro, si è passati subito ad una serie di imprenditori “evasori” fiscali che hanno reso note le proprie pubbliche spese ed ultimamente, a cadere nella trappola della grande rete, sono gli assicurati.

Acquistare una società calcistica grazie ad un social network: non è follia

Bologna FC

All’inizio tutti pensavano fosse uno sceicco sotto copertura, poi si è cominciato a pensare ad un imprenditore straniero, poi si è rivelato per quello che è. Vincenzo Morrone, italiano, non è un petroliere, bensì un semplice ragazzo di 26 anni dei natali di Acri (Calabria) ma residente a Torino da tanti anni. La sua “follia”? Ha deciso di acquistare il Bologna F.C. e tutto questo grazie ad un social network.

Facebook è in attivo

soldi

Facebook aveva un timore: cadere nella crisi economica mondiale e continuare ad aumentare il proprio numero degli utenti, senza trasformare questo fenomeno in introiti. Ebbene, le paure del “giovane” Mark Zuckerberg, che 5 anni creò questo social network, sembrano destinate a svanire.
In effetti il sito ha raggiunto oltre 300 milioni di iscritti (e parliamo di utenti più o meno attivi) e, subito dopo la tappa importante del 4 Febbraio 2004, in cui ha registrato per la prima volta i conti in attivo, oggi arrivano le nuove liete notizie.

I “redditi” dei social network

Cominciamo la nostra settimana tirando delle conclusioni sulle entrate monetarie, che i realizzatori di social network volevano realizzare sin dall’inizio della creazione dei loro progetti. La domanda economica su questi prodotti è sempre più in declino, mentre continua a crescere in maniera esponenziale quella di utenza. Fatto sta che un hacker americano professionista, la scorsa settimana è riuscito ad accedere ad alcuni importanti documenti economici (pubblicati e subito rimossi dal suo blog), i quali erano segno evidente di uno scambio mail a sfondo contabile di uno degli alti dirifenti di Twitter.

Ciò che è saltato agli occhi, è un allegato di un foglio di calcolo che illustrava un andamento dal reddito per un raggiungimento entro il 31 Dicembre del 2010 di oltre 140 milioni di dollari.

Xing cresce e propone il Premium

L’ambito economico in rapporto ai social network è sempre in crescita. Aumentano quotidianamente le possibilità offerte da questi social network di massa, di incrementare il proprio operato, il proprio rapporto con il pubblico e soprattutto di aumentare la propria visibilità.

Non è solo il caso dei social network dedicati all’utenza comune però quello che sta facendo scalpore. A differenza di quanto molti credono, anche i social network cosi detti “professionali”, stanno cominciando ad ottenere il loro successo in ambito business. Un riscontro importante di cui abbiamo parlato è stato quello di LinkedIn.

Facebook sempre più…business

Non è stata presa con molta gioia la notizia diffusa dallo staff di Facebook che riguarda il metodo di accumulo crediti per il noto social network. La costante paura degli utilizzatori sempre più assidui (per cui lo strumento sociale è diventato quasi una necessità per la propria vita di relazione, un po’ come le liste dei server emule per chi ama scaricare dalle reti P2P, se ci passate il paragone), è quella della trasformazione – seppur lenta – di una sorta di network a pagamento che permettere l’utilizzo di servizi gratuiti minimi, ma probabilmente non sufficienti per chi è stato abituato ad utilizzarli “prepotentemente” fino ad oggi.
E’ il caso del giorno, quello della promozione di Facebook: “Con un dollaro solo acquista ben 10 crediti”. Ed a cosa serviranno questi crediti? Molti dei frequentatori del sito, che magari non hanno ancora confidenza con gran parte dei siti e delle applicazioni Web 2.0 non sono a conoscenza dei sistemi di crediti utilizzati su Internet.

Il valore di “un” Facebook

Quanto è diventato grande ormai Facebook? In quanti sono disposti a cedere una fetta della propria vita e permettere l’invasione della propria privacy solo per il gusto di esserci? Ma soprattutto, quanti sono i soggetti (o le aziende) nel mondo che possono realmente permettersi di pensare a fare business con Facebook? Cerchiamo di dare qualche risposta ai nostri quesiti, partendo da alcuni dati statistici divulgati dai maggiori centri di ricerca mondiali.
Uno degli avvenimenti recenti che ha portato ad un aumento spropositato delle visite su Facebook è stato l’ingresso on line del Papa Benedetto XVI che tramite l’applicazione Pope2You ha permesso al noto social network di contare l’oltre mezzo milione di contatti in poco più di 24 ore. Il risultato era atteso anche perchè il Pontefice 2.0 (così battezzato dalla stampa), aveva già avuto lo stesso effetto quando ha aperto il proprio canale di YouTube.

Torna il boom della moneta virtuale

Erano gli ormai lontani anni ’90 e l’economia virtuale stava cominciando a fare i primi passi verso l’esplosione. Oggi, ritorna un boom che è stato di moda oltre 20 anni fa grazie allo sviluppo della tecnologia e degli investitori che si sono trovati a combattare con una crisi finanziaria non prevista. Secondo le stime del China Market Research Group, il mercato di prodotti e servizi virtuali (stando ai dati della sola Cina), supera gli 800 milioni di dollari e cresce con un’evoluzione continua del 30%.
L’esempio più lampante che giunge agli occhi degli esperti di web economy è quello di Second Life, che raggiunge i 500 milioni di dollari in volume di affari annuo. Inoltre a questo dato vanno aggiunte tutte le app che sono distribuite in maniera sempre maggiore su Facebook o su MySpace. Seguono tutte le attività ludiche on-line quali i giochi Travian e Wizard 101 (che superano di gran lunga i 4 milioni di utenti).
Quello che in molti non calcolano mentre utilizzano questa tipologia di servizi, è che tra bit e pixel, circola moneta vera. La prima realtà virtuale di cui abbiamo già parlato tempo fa è stata Entropia Universe, un mondo tridimensionale utopico e pionieristico dove sono state effettuate le prime vere transazioni economiche in dollari passando per la Mind Bank.

La solidarietà sbarca sui social network

Cresce notevolmente di giorno in giorno il numero di aziende ed organizzazioni no profit/profit che su internet cerca di costruire ed alzare la propria reputazione. Questo perchè gli esperti del webmarketing e di Scienze della Comunicazione, colgono le opportunità previste dal Web nell’avere una comunicazione orizzontale che permetta anche un ritorno di feedback.
In questa grande arena di opportunità, c’è chi ha pensato ad offrire servizi sempre più potenti per le community. Si tratta in questo caso di YKS che ha già sviluppato in passato social network per YouDem, MiaSorrento, RomaEuropa, VodafoneLab.

Pishing: Il valore di un profilo sui social network

La creazione gratuita dei profili di Facebook, sta permettendo ai pirati di cercare un nuovo canale d’affari. La clonazione degli account del noto social network, ha trovato infatti il modo di creare un business. 89 pence (circa 1 euro) per comprare un profilo a caso.
I dati raccolti sul profilo, vengono prelevati con il pishing da utenti non esperti che connettendosi a link fasulli, diffondono i propri dati di accesso. Le cyber-truffe ovviamente non nascono solo su Facebook, ma al secondo posto tra i social network presi di mira spunta MySpace, dove un account costa circa 1,20 euro. Le truffe fatte invece ai danni dei dati dell’home banking e carte di credito hanno un valore rispettivo di 37 euro e 25 euro.