Second Life: alternativa alla disabilita’

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L’idea è resa nota nel film Avatar, dove l’ex marine invalido motorio Jake Sully (il protagonista), grazie all’aiuto di trasposizioni molecolari, può entrare in un’altra vita e vivere con le proprie gambe. Purtroppo seppur le sensazioni non sono le stesse, anche i disabili motori, hanno trovato il proprio “Pandora” sul web secondo quanto dichiarato dalla rivista Rehabilitation Nursing da un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin.

In questa ricerca si parla di Second Life, il mondo virtuale che gratuitamente, permette agli utenti di crearsi il proprio “Avatar” virtuale normodotato e di vivere una vita alternativa facendo conoscenze, lavorando, esplorando luoghi e realtà. Il disabile che utilizza questo strumento, si sente libero di auto rappresentarsi come meglio desidera e per questo di condurre una vita diversa da quella che ha nella realtà.
Stephanie Stewart e Terry Hansen, i ricercatori, hanno dichiarato che: “Per i disabili la vita sul web può diventare una opportunità per superare i limiti imposti dalla propria condizione e compiere azioni e gesti a loro abitualmente preclusi: camminare o danzare, esplorare, fare incontri e comunicare, realizzare progetti, viaggiare e teletrasportarsi. Uno degli aspetti di maggior valore è poi quello della socializzazione“.

2.166 commenti su “Second Life: alternativa alla disabilita’”

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