Primi passi con Diaspora

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In questi giorni si è parlato molto di Diaspora, l’alternativa open source a Facebook. Ma prima di parlare di anti-facebook sarà meglio mettere le mani avanti. Giusto ieri ho ricevuto l’invito per Diaspora ed ecco le mie considerazioni.

  • Facilità di utilizzo: ottima. Il profilo si configura in pochi minuti e il caricamento delle foto è abbastanza veloce.
  • Socializzazione: così così. All’inizio Diaspora somiglia ad network privato, come un piccolo salotto che al momento è vuoto. Insomma tocca a noi portarci dentro gli amici, tramite invito.
  • Privacy: molto buona. Quelle che in Facebook sono chiamate liste amici, su Diaspora si chiamano aspects, e sono formati da gruppi di persone. Di default troviamo Famiglia e Lavoro, ma si possono aggiungere molti aspetti e comunicare con un gruppo alla volta o con tutti insieme. Insomma condividi ciò che vuoi con chi vuoi. La proprietà intellettuale (il copyright) resta tua, e le tue informazioni non vengono usate a scopi pubblicitari. Infatti su Diaspora non c’è pubblicità, e non ci sono gruppi o le pagine aziendali, e nemmeno le tonnellate di inviti/spam ai quali ci tocca rispondere ogni giorno.
  • Condivisione: su Diaspora è possibile solo una condivisione unidirezionale da Diaspora a Facebook e a Twitter, ma non viceversa. Possiamo postare uno status o le nostre foto, e scegliere se condividerle con tutti gli amici, o solo un un gruppo di essi, o ancora rendere lo status pubblico e postarlo contemporaneamente sugli altri network. Però al momento non si possono importare feeds esterni su Diaspora.

  • Anti-Facebook sì o no? Eccoci arrivati al punto. Al momento direi di no, Diaspora non può essere considerato un concorrente di Facebook perché i due network non sono sullo stesso piano. Mancano gli aspetti che hanno fatto la fortuna di Facebook, come la possibilità di postare video o note, e manca anche una casella di posta. Diaspora è molto più simile a Twitter o a FriendFeed che a Facebook, e dubito che chi è abituato al network di Zuckerberg possa sentirsi a suo agio nell’ambiente di Diaspora. Al contrario, chi già usa Twitter o FriendFeed ritroverà le stesse meccaniche, ma con un grado superiore di ordine e pulizia, sia nella grafica che nelle funzionalità principali.

Ma allora perché si continua a parlare di Diaspora come anti-facebook? Perché Diaspora può essere ospitato su un proprio server, condividendo qualsiasi cosa ma senza affidare i propri contenuti a mani esterne, cosa che con Facebook non è possibile. Il maggior pregio di Diaspora è proprio questo.

5 commenti su “Primi passi con Diaspora”

  1. come ti ho scritto di là, diaspora è in fase alpha, non è giusto confrontarla con le funzioni di fb, è gia tanto che funziona qualcosa.

    ciao

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  2. Non fraintendermi, a me Diaspora piace, ho voluto solo fare chiarezza a chi si aspettava un clone di FB. Al momento, Diaspora parte da un concetto di social network totalmente differente da Facebook. E non è una cosa cattiva, anzi..

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