Paul Steiger parla di editoria e social network

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La sua presenza al Festival del giornalismo è stata molto discussa. Il mondo dell’editoria che sta cambiando giorno dopo giorno con una velocità impressionante, sembra avere sempre più una rappresentazione emblematica nel mondo del web, ma principalmente nel social networking. A parlarne è stato Paul Steiger, direttore di ProPublica, un network che nasce principalmente per approfondire temi di interesse pubblico e soprattutto per cercare di evitare i classici scontri che avvengono tra testate tradizionali basate sull’interesse.

Oltre a questo, Paul Steiger è un giornalista che vanta la sua presenza nel mondo del giornale cartaceo da oltre 40 anni, con una direzione del Wall Street Journal per 16 anni, con 16 premi Pulitzer conseguiti.

A Perugia, proprio durante in Festival del Giornalismo, lo stesso steiger ha tentato di spiegare la forza e le modalità del suo modello. In primis, si è parlato della realtà di oltre 4.000 volontari che collaborano con la redazione, tutti legati ad un concetto particolare di integrazione tra il vecchio giornalismo ed il nuovo web journalism.
L’idea di ProPublica, però si avvicina molto a quella del social network, infatti ha detto Steiger in una intervista, che sin dall’inizio, dalla nascita del network si è provvisto a dare il giusto spazio agli utenti sia per la collaborazione che per un contributo di crescita. Il concetto è chiaro, inizialmente è stata difficile la sopravvivenza, ma con l’avvento del social network e la diffusione tramite gli stessi del sito, il tutto è andato sempre meglio. Ad oggi, infatti, il progetto vanta sia una pagina su Facebook, sia tanti link realizzati da collaboratori ed esterni su Twitter e su Digg. Il numero di questi “social partner” aumenta quotidianamente, al punto da definire i social network come una sorta di pubblicità mediatica reale e gratuita (per adesso).
Quindi, anche un progetto che discende da una tradizione giornalistica classica può arrivare a comprendere i veri vantaggi del mondo dell’on line. La prova? Al premio del giornalismo, una persona su 10 mandava tweet ed aggiornamnti di stato da portatili e smartphone.

13 commenti su “Paul Steiger parla di editoria e social network”

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