Parla il Moige: “Non cadere nella rete! Cyberbullismo ed altri pericoli nel Web”

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Ha avuto sede ieri nella Sala dell’Ufficio Relazioni Esterne del Ministero dell’Interno il convegno portato avanti dal Moige (Movimento Italiano Genitori) che segue l’indagine di SWG sulla campagna informativa «Non cadere nella rete! Cyberbullismo ed altri pericoli del web». Questa campagna è stata seguita in collaborazione con Symantec e con la Polizia delle Comunicazioni, patrocinata dal Ministero dell’Interno Ministero dello Sviluppo Economico.
Il target di riferimento sono i genitori, gli insegnanti ed i giovani con l’auspicio di diffondere sane abitudini sull’uso del Web. Partendo da una base di dati che il Web viene utilizzato molto nell’età scolare tra gli 11 ed i 15 anni, sono emersi risultati particolari sull’uso del Web fatto dai minori: il 52% dei genitori ha dichiarato che i propri figli si connettono ogni giorno per 5 giorni su 7; l’80% degli insegnanti lavora in istituti che danno la possibilità agli studenti di accedere alla rete per non più di 3 ore a settimana. Dato statistico che riguarda i nuovi metodi di comunicazione on-line vuole che il 44% degli utenti preferisce la posta elettronica ed il 63% preferisce l’Instant Messaging ed il social networking.
Continuando le statistiche da parte dei genitori si rileva che il 64% controlla i figli quando sono on-line, il 19% naviga insieme a loro ed il restante 17% da piena fiducia li lascia soli durante la navigazione. L’affiancamento del tutore, è dovuto all’idea di poter trovare on-line dei contenuti inadatti ai minori intesi come pedofilia e pornografia (al 55%), virus e software illegali (al 36%) ma soprattutto possibilità di assuefazione da Internet e perdita di tempo da dedicare allo studio (al 24%).
Su questa situazione ad intervenire durante il Convegno sono stati gli uomini della Polizia delle Comunicazioni che secondo i dati a partire dal 1997, sono stati effettuati 238 arresti con 4.465 denunce, 3.978 perquisizioni ed il monitoraggio per eventuale sequestro di 293.204 siti a rischio pedopornografia.
Il Presidente Nazionale del Moige – Maria Rita Munizzi – ha dichiarato: “Molto spesso, però, la rete cela delle insidie, dei pericoli reali come pedopornografia e cyberbullismo che possono danneggiare in maniera grave l’integrità e l’incolumità dei minori, spesso inconsapevoli dei rischi che si nascondono dentro il web. La nostra campagna nasce proprio per questo motivo: noi adulti, genitori ed insegnanti, non possiamo più permetterci di restare nell’ignoranza ma dobbiamo iniziare a conoscere Internet e gli strumenti a nostra disposizione per proteggere i ragazzi, insegnare loro ad utilizzarlo correttamente ed assicurargli in questo modo una navigazione sicura”. Di seguito la parola è passata a Domenico Vulpiani – Direttore della Polizia Postale e delle Comunicazioni – che ha sottolineato che: “Internet è ormai il mezzo di comunicazione più usato ma il suo sviluppo non ha apportato alla nostra società solo effetti positivi: se da una parte, infatti, ha potenziato al massimo la velocità dello scambio di informazioni, dall’altra ha mostrato anche il suo lato più pericoloso, quello che emerge, ad esempio, attraverso i siti pedopornografici. Le numerose operazioni che abbiamo effettuato mostrano quanto questo fenomeno della pedofilia on-line sia diffuso e quanto queste iniziative siano importanti per indirizzare i ragazzi verso un corretto uso della rete e aiutare i genitori a conoscere gli strumenti a loro disposizione per proteggere i figli dai pericoli del web (…) L’avvento dei nuovi social network con Facebook e My space potrebbe incrementare il rischio di «grooming» per i nostri ragazzi, ossia l’adescamento in rete. Il pericolo è stato avvertito dalle nostre istituzioni. Sono infatti in fase di discussione alla Camera dei Deputati alcuni disegni di legge volti ad introdurre nel nostro ordinamento penale, il reato di adescamento. Con gli stessi disegni di legge è stato proposto anche di colpire la pedofilia culturale ossia la propaganda attraverso i mass-media e, specialmente attraverso la rete Internet, di una pedofilia soft, per così dire «accettabile».E’ una tesi insostenibile che merita un contrasto duro da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica”.
Ulteriori dichiarazioni che riguardano chat e social network sono quelle di Giancarlo Marengo, Direttore e Country Manager di Symantec Italia: “E’ importante seguire alcune semplici regole ed insegnare ai ragazzi che bisogna fare attenzione per divertirsi ed imparare senza rischiare. Symantec consiglia a genitori e insegnanti di comunicare sempre con figli e alunni, spiegando loro quali sono i rischi a cui potrebbero andare incontro, di affiancarli mentre usano Internet posizionando il computer in una zona condivisa della casa o della scuola e di affidarsi a soluzioni di sicurezza efficaci e complete, che consentano di predefinire i percorsi di navigazione. L’utilizzo di Internet permette ai giovani non solo di informarsi ma anche di restare in contatto fra loro. Basti pensare all’enorme successo delle chat, dei social network e dell’instant messaging. A maggior ragione però non possiamo lasciare la tecnologia incustodita nelle mani dei più piccoli”. Ultimo ma non per importanza a dare il proprio giudizio è stato Michele Crudele, esperto di sicurezza informatica che ha parlato dei contenuti: “Il 2009 deve segnare un momento di cambio di impostazione nell’uso di Internet a scuola e a casa: non più navigazione alla ricerca di qualcosa, ma sistema di conoscenza alimentato da contenuti prodotti dagli alunni, dai ragazzi.Nel 2008 hanno imparato a usare Facebook e simili, ma non hanno mai scritto sulla Wikipedia: non hanno ancora contribuito alla cultura sulla rete, pur avendo le capacità per farlo. Spetta ai genitori e docenti indirizzarli su questa strada, ma ciò richiede uno sforzo aggiuntivo dei «grandi» per entrare nella logica dei «nativi digitali»: gli adulti sono «immigrati digitali» e devono imparare la lingua per integrarsi. Il male si sconfigge affogandolo con il bene: insegnare a usare il web per costruire vuol dire evitare la passività del continuo rischio”.
Maggiori informazioni e aggiornamenti sulla campagna sono disponibili visitando l’area dedicata presente su www.genitori.it e sul sito dedicato www.noncaderenellarete.it.

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