Come navigare se il Pc dell’ufficio è bloccato

La popolarità di Facebook, l’uso delle chat, l’abitudine di “twittare” ogni cinque minuti, per dire dove siamo e cosa stiamo facendo, ha portato gli italiani a collegarsi a internet più di frequente, anche dal posto di lavoro, tanto che numerosi uffici ed enti pubblici hanno ristretto l’accesso a Internet per evitare distrazioni agli impiegati. Facebook, appunto, è uno dei siti più bloccati dalle aziende di tutto il mondo.

Ma se volete continuare ad usare internet per collegarvi ai vostri network preferiti anche dall’ufficio, adesso c’è una soluzione. Se utilizzate Windows, per prima cosa procuratevi una chiavetta USB dove scaricherete questi programmi: GPass e per sicurezza anche OperaTor. Entrembi i programmi non necessitano di installazione e si avviano direttamente dalla chiavetta USB.

Aladdin eSafe permette il social network in Azienda

Aladdin Aladdin Knowledge Systems con il lancio sul mercato del suo Aladdin eSafe AppliFilter permette alle Aziende l’utilizzo sicuro delle applicazioni Web 2.0, compresi i social network. E’ in effetti una soluzione di sicurezza Web in grado di permettere una gestione avanzata delle applicazioni così dette Web 2.0 presenti in molteplici siti di social networking. Grazie a questa piccola applicazione, tutti i dipendenti d’azienda potranno aver accesso ai siti di social networking stando al sicuro da rischi quali perdite di dati per utilizzo improprio dei siti.
Grazie proprio alla rivoluzione costante ed all’aggiornamento continuo dei network sociali, è statisticamente rilevato un aumento delle minacce per le reti aziendali oltre che private. L’impedimento ai social network per i dipendenti, fino ad oggi ha tamponato questa statistica negativa, creando non poche proteste nell’ambito sindacale.

Bebo: un concorrente di Facebook

Finalmente sentiamo parlare di nuovi social networks emergenti che possono fare concorrenza a Facebook, l’indiscutibile, l’imbattibile, l’irriducibile community che in poco tempo ha superato il gigante MySpace. Il nuovo arrivato, se possiamo definirlo così, si chiama Bebo ed ha esattamente un anno di vita. Si è affermato soprattutto in Gran Bretagna tra i teenagers inglesi con ben 22 milioni di utenti registrati ed attivi. Ora amplifica il suo raggio d’azione estendendolo anche in Italia e in altri paesi europei tra cui Spagna, Francia e Germania. Punto forte di questo nuovo social network è la possibilità di poter condividere di tutto e di più sul proprio profilo in un modo molto semplice, potente e soprattutto bello dal punto di vista grafico. Sarà che questo periodo di crisi di Facebook, per cui molti sono arrabbiati per le nuove modifiche all’home page ed alla configurazione dei profili, è un momento fertile per attaccare il “bestione”?

Facebook: io sono associal?

Marta giovedì mi ha detto una cosa davvero brutta, ci sono rimasto male… l’ho mandata a quel paese, ha fatto come ha voluto. Ah si? – faccio io – cosa è successo? Dai Robby dimmi! Lui continuando – Giovedì ho discusso con Marta per via di Facebook: si è iscritta con tanto di profilo e voleva che anch’io mi iscrivessi. E qual’è il problema Robby? – chiedo sempre io – Cos’è successo nello specifico? Robby mandandomi molte emoticon piangenti mi risponde: nulla, lo sai che ero molto geloso di lei e questa cosa di Facebook non la mandavo proprio giù, non volevo che si mettesse un profilo, gliel’ho spiegato, l’ho pregata, l’ho scongiurata ma lei senza darmi ascolto giovedì ha preso e si è iscritta. Ovviamente mi sono molto arrabbiato con lei e gliene ho suonate quattro per telefono e insomma… mi ha chiuso il cellulare in faccia gridandomi che le avevo rotto, che ero un associal di M e che se ero così appicicoso non mi voleva più. L’ho mandata a quel paese il giorno dopo, non credevo che si arrivasse a tanto. Se mi lascia solo per Facebook si vede che ha 30 anni ma che non è ancora del tutto matura. Ma secondo te io sono un associal non iscrivendomi a Facebook?

Il social network si sposa con l’arte

Due sono i social network che decidono per la diffusione della propria arte on-line, entrambi basati sulla piattaforma Ning e dedicati rispettivamente alla Reggia della Venario ed ai tesori inestimabili provenienti dai territori di Alessandria d’Egitto.
Il Web 2.0 ha dato la possibilità a questi beni architettonici e culturali dal valore inestimabile di essere presenti in rete alla portata di tutti.
Il primo social network, quello basato sulla Reggia della Venaia, è raggiungibile all’indirizzo: http://lavenariareale.ning.com, ed è rivolto agli appassionati di arte, storia ed architettura che possono confrontarsi e condividere materiali e sensazioni in questo network. C’è la possibilità di scrivere blog, pubblicare foto, video riguardo questo bene culturale che è visto il caposaldo di quelli presenti in Italia. La Reggia della Venaria solo nel primo anno di apertura ha sfiorato il milione di visitatori.

La grafica di Twitter è costata 6 dollari

L’uccellino bianco di Twitter è probabilmente uno degli elementi grafici di maggior successo della Rete. Ed è costato solo sei dollari. Tanto ci ha guadagnato Simon Oxley, il designer anglo-giapponese che ha venduto il suo disegno ai fondatori di Twitter. L’illustrazione infatti era presente sul sito iStockphoto, un portale web dove professionisti ed appassionati di fotografia e web design possono pubblicare i loro contenuti e metterli in vendita a privati o aziende.

Il disegno di Oxley è stato pagato circa 15 dollari, ma considerando che il creatore del contenuto guadagna solo il 40% sul prezzo di vendita, mentre il resto viene incassato da iStockphoto, possiamo ragionevolmente supporre che la grafica di Twitter è costata al noto network, quanto un panino di McDonald. Niente male per una community che è tra i primi 100 siti più importanti del mondo.

Tutorial: come tornare alla vecchia impostazione grafica di Facebook

Nota di aggiornamento: la tecnica è stata funzionante fino alla data 15/04/2009, giorno in cui l’aggiornamento degli script e degli applet utilizzati per Facebook sono stati cambiati e quindi non riconosciuti più da Greasemonkey.

Da quando Facebook ha modificato la propria home page ed il proprio profilo, i report e le statistiche riportano una delusione media di 50.000 delusi solo in Italia. Giunge questa voce dal gruppo “Ridateci il vecchio facebook, please“. Da come si può leggere in bacheca, il tradizionalismo italiano ha portato al dire che “non si capisce nulla” nei nuovi profili. La nota più dolente è la sparizione del collegamento dei Gruppi nella Home Page.
Vediamo oggi come poter tornare alla vecchia impostazione grafica del noto social network:

Come prerequisito bisogna aver installato Firefox, Greasmonkey e qualche script downloadabile.

Vediamo come tornare al vecchio stile:

Per prima cosa, chi non avesse installato Mozilla Firefox, scaricarlo ed installarlo dal seguente link:

Nuove minaccie e virus sempre più diffusi per Facebook

Nuovo worms sembra arrivare da Facebook celandosi sotto forma di e-mail inviata dal sito ma in effetti è una minaccia per gli utenti del sito.
Grazie a Websense è stata individuata la nuova minaccia che sembra provenire da Facebook. Dal sito ufficiale si legge l’avviso di Websense che riporta:

“Queste email sono molto simili a quelle originali di Facebook e invitano a vedere il ‘sexy’ video di una ragazza che balla. Se si clicca sul link (…) si viene rimandati a un sito maligno che assomiglia a quello di Facebook ma che in realtà installa sul pc un file chiamato Adobe_Player11.exe, difficilmente rilevabile dalla maggior parte degli antivirus sul mercato”.

Oltre Websense, anche Sophos ha segnalato un malware di Facebook dal nome in codice “Error Check System”. Questa mail ha bombardato milioni di utenti del noto social network indicando al suo interno problemi della visualizzazione presunti nei loro profili. Data la necessarietà dell’approvazione del team di Facebook prima dell’approvazione di un’applicazione, secondo gli espetti di Sophos, ancora molti sono gli utenti che si fidano di installare applicazioni sconosciute che hanno l’unico scopo di sottrarre informazioni personali agli utenti per scopro di lucro.
In proposito Walter Narisoni, Sales Engineer Manager di Sophos Italia ha dichiarato che:
“Le applicazioni di Facebook sono molto popolari e la tentazione di seguire l’esempio dei propri amici scaricando l’ultima applicazione in voga è irresistibile. L’installazione indiscriminata di applicazioni, però, può causare seri problemi di sicurezza, consentendo agli hacker di accedere al proprio profilo e alle informazioni che contiene. Analogamente a quanto avviene per altre applicazioni, è essenziale esercitare la massima prudenza se non si è certi della provenienza di un’applicazione. Il fatto che i propri amici l’abbiano scaricata, non vuol dire necessariamente che sia sicura”.

Attenzione quindi internauti accaniti di Facebook e delle nuove schermatine sui propri profili, le applicazioni di Facebook sono sempre certificate con il logo del social network, quindi diffidate dalle applicazioni che promettono di regalare vantaggi enormi da Facebook assolutamente gratis.

Blog e Social Networks battono l’email: cambia il metodo di comunicazione

Si, proprio così! Ad affermarlo è Nielsen Online: Le community sono maggiormente utilizzate a dispetto dell’email. La nuova forma di comunicazione si basa prevalentemente su blog e social network. L’email rappresenta solamente la quarta categoria d’interazione e di comunicazione. Lo dicono i dati stessi.

Facebook – the world’s most popular social network – is visited monthly by three in every 10 people online across the nine markets in which Nielsen tracks social networking use. Facebook has its greatest reach in the UK market (47%). Orkut in Brazil has the largest domestic online reach (70%) of any social network in these markets.

Cosa significa? che almeno 3 internauti su 10 accedono a Facebook o perlomeno lo visitano. In inghilterra quasi il 50% delle persone lo utilizzano. Anche Orkut è da prendere in considerazione con il suo 70% solo in brasile.

Facebook: San Patrizio si festeggia con i doni virtuali

Alla miriade di applicazioni web per Facebook ora si aggiungeranno anche quelle dedicate alla festa di San Patrizio, giornata dedicata interamente alla birra. Ormai mancano solamente più 3 giorni al 17 Marzo e molti hanno già da tempo iniziato i preparativi, specialmente in Irlanda dove l’alcol ha un gusto particolare e delizia il palato di tutti. Su Facebook sono ora disponibili due applicazioni sviluppate dagli utenti grazie all’utilizzo del gift creator application (creatore di applicazioni-dono). Ecco quindi Gaelic Wishes e Lucky Charms.

La critica all’Italia del Web viene da AllThingsDigital

Il Bel Paese visto sempre come uno dei più all’avanguardia nel mondo a partire dagli antichi romani, nella televisione e nell’arte dell’arrangiarsi perde tutto il suo fascino agli occhi dello straniero quando si parla di tecnologia. L’Italia che non ha dato illustri risultati per il settore dell’Hi-Tech, è stata sempre considerata comunque una nazione di approccio, di inserimento, di importazione e di migliorie di tecnologie che hanno dato un discreto successo.
Ad oggi con il cambiamento radicale del mondo, soprattutto quello Comunicativo / Tecnologico / Economico, qualcuno sta cercando di ridicolizzare la nazione…ma dall’estero.

Twitter e privacy: la disavventura di David Pogue

Rispettare la privacy di un individuo, anche se si tratta di un personaggio pubblico, sembra essere una cosa sacrosanta per i navigatori americani. La prova ci viene fornita dalla buffa disavventura di David Pogue, famosissimo tech columnist del New York Times. Pogue ha dato per errore il suo cellulare su twitter, inoltrandolo ad una lista di “followers” che comprende circa 21.000 contatti.

Le intenzioni di David Pogue erano assai meno invasive, in realtà quel numero avrebbe dovuto pervenire a pochi e selezionati contatti. Ma la fretta gli è stata fatale, e il giornalista ha dimenticato di digitare la D per inserire il comando Direct Message, cioè “messaggio privato”. Quando si è accorto dell’errore, era già troppo tardi: il suo numero era stato inviato alle bacheche di tutti gli utenti. David Pogue non ha potuto fare altro che inviare subito un altro twitt, in cui chiedeva ai suoi followers di cancellare il messaggio precedente e di non usare il numero che vi era scritto. E infatti, nessuno ha mai chiamato quel numero.

ZZUB, la prima community italiana di passaparola

ZZUB è una community di consumatori consapevoli, appassionati e attivi (ZZUBBERS) che amano essere informati ed informare senza intermediari, che vogliono avere un rapporto diretto con i brand, scoprire e provare nuovi prodotti e servizi (spesso prima del lancio sul mercato) e condividere volontariamente informazioni, esperienze ed opinioni con i brand e con gli amici, off line e online.

Su ZZUB gli utenti possono provare, a volte anche prima dell’uscita sul mercato, prodotti e servizi per poi far sapere alle aziende cosa ne pensano e, allo stesso tempo, farli conoscere agli amici e conoscenti.

Di recente abbiamo pensato di proporre agli ZZUBBERS anche delle campagne mirate a conoscere l’opinione della community su specifici temi. Il primo esperimento lo abbiamo fatto sulla pubblicità indiretta.

Nel caso voleste esprimere anche voi la vostra opinione… vi aspettiamo su ZZUB. I risultati del sondaggio saranno resi pubblici.

Infine, rigraziamo gli amici di iSayBlog e gli autori di ioChatto per la loro disponibilità.

Salute 2.0: gli USA in prima linea per la salute

Salute 2.0 è l’aiuto che è nato negli Stati Uniti nei confronti dei cittadini per mostrare in maniera attiva i problemi della salute. Grazie a questa applicazione on-line, si cerca di aumentare l’interazione tra gli utenti grazie alla rete. Il problema è nella confusione di informazioni che si disperdono on-line e la mancata conoscenza di filtri adeguati della popolazione per selezionare il bene dal male.
Quindi il primo campanello d’allarme su siti e social network di medicina potrebbe essere di stare attenti alle informazioni sbagliate. Gli utenti possono scambiare tra loro informazioni e suggerimenti sulla salute vigilati dai medici che integrano informazioni oppure vigilano su quelle errate. Secondo la ricerca effettuata dalla Medical Broadcasting Company, Internet, è stato identificato come il canale informativo più credibile sulla salute. Ovviamente Salute 2.0 cerca di eliminare il difetto della confusione delle informazioni on-line.