Lying down game: vietato ai professionisti

Ebbene prima o poi doveva succedere…l’ennesima moda in campo di esibizionismo lanciata dall’ormai onnipresente Facebook, ha cominciato a seminare le prime vittime in ambito professionale. Questa volta non parliamo degli ormai già noti licenziamenti dovuti a commenti negativi sull’azienda, o peggio, foto in cui vengono mostrati i momenti in cui non si fa nulla. Questa volta sotto accusa ci è finito il noto gioco Lying Down Game.
Citando testualmente da Il Corriere della Sera: “La regola è semplice: bisogna essere sdraiati a faccia in giù. Meglio ancora se in un posto pubblico con molta gente e qualche amico che si presta allo stesso gioco. Ecco la nuova mania di Facebook. Farsi fotografare in una posizione orizzontale, prona e con le mani vicine al corpo. Su un albero, su una cabina telefonica, sospesi per aria o addirittura su carro armato. Non importa. Basta che sia in un luogo improbabile”.

Anche noi di IoChatto ne avevamo già parlato (e qualcuno in redazione anche partecipato), ma fatto sta che sembra proprio che all’ordine dei Medici questa cosa non sia andata giù.
Il caso di oggi arriva dall’Inghilterra e nello specifico dall’ospedale Great Western di Swindon, dove la pubblicazione di alcune immagini a faccia in giu di dottori ed infermieri è passata inosservata fino a che non è stata identificata la location: lo stesso ospedale.

I dirigenti della struttura non hanno apprezzato il gesto, al punto che indagando bene nelle foto e facendo domande agli inservienti, si è risalito al fatto che le foto sono state scattate durante il turno di notte, sdraiati sul pavimento del reparto sia davanti al reparto di rianimazione e davanti all’elisoccorso.

Per prima cosa, i dirigenti hanno richiesto la rimozione immediata delle foto dal social network e subito dopo si sono dedicati ai singoli casi dei dottori e degli infermieri, sospendendoli dal turno per essersi macchiati di questa colpa. L’accusa mossa dai dirigenti nei confronti dei colpevoli è di “Condotta non professionale”.