Instagram vieta l’utilizzo di alcuni hashtag

Su Instagram, la celebre app grazie alla quale scattare, modificare e condividere foto, è possibile aggiungere uno o più hashtag alle proprie immagini in modo tale da permetterne una ben più semplice individuazione e categorizzazione. Molti utenti, infatti, dopo aver condiviso un proprio scatto su Instagram si divertono ad aggiungere allo stesso gli hashtag correlati.

D’ora in avanti, però, sarà necessario prestare attenzione agli hashtag che si desidera aggiungere alle proprie immagini.

Nel corso degli ultimi giorni il team di Instagram ha infatti stilato un elenco di parole che non possono più essere impiegate come hashtag. Tali parole possono comunque essere aggiunte alle immagini ma non porteranno più ad alcun risultato non comparendo nelle foto collegate a tali termini.

Tra i termini esclusi sono presenti quelli che promuovo la messa in atto di scelte pericolose, quelli relativi ai disturbi alimentari e quelli facenti riferimento alla pornografia ma sono presenti anche diverse altre parole che almeno in apparenza risultano del tutto innocue come, ad esempio, #iphone, #iphone4s, #instagram, #photography e #popular.

Cliccando qui è possibile visualizzare un ricco elenco, non ufficiale ed al momento ancora incompleto, degli hashtag che sono stati esclusi su Instagrm.

Se per quanto concerne l’esclusione degli hashtag facenti riferimento alle scelte pericolose, ai disturbi alimentari ed alla pornografia vi sono ben pochi interrogativi per quanto concerne invece le altre parole, come ad esempio #iphone, appare abbastanza spontaneo chiedersi il perché di tale esclusione.

La risposta è stata data dallo stesso Mike Krieger, il co-fondatore di Instagram, che, appunto, ha fatto sapere mediante post pubblicato in Google Gruppi, che tali hashtag sono stati esclusi poiché considerati come troppo generici.

Abbiamo smesso di servire i feed (sia in app e API) per alcuni tag che erano troppo generiche e non hanno fornito valore finale abbastanza.

[Photo Credits | Flickr]

Via | Gizmodo