In spiaggia con Facebook

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Sole, mare e Facebook. Un tris indispensabile per l’italiano medio e per la sua estate del 2011. Si tratta del risultato di una indagine condotta in questi giorni dal Codacons e che ha visto come protagonisti, gli spiaggianti italiani sulla rovente sabbia del Bel Paese. Sembra proprio che Facebook sia l’amico insostituibile, colui che accompagna i bagnanti nella tintarella e tra una partita di beach volley e l’altra.

 

Un’abitudine quotidiana per oltre qualche milioncino di utenti, che secondo i dati forniti dall’Associazione dei consumatori, vede in media un cittadino ogni tre, in spiaggia, approfittare delle connessioni dati di smartphone, tablet e netbook per controllare il proprio profilo. La media sarebbe quella di controllare almeno 5 volte al giorno il proprio profilo e quello dei propri amici, aggiornando gli stati, le informazioni personali sul dove ci si trova, oltre che commentando le fotografie degli amici e le proprie.

 

Interessante il numero che differenzia uomini e donne, pari a circa il 40% dei primi contro il 60% delle seconde. Abbiamo quindi un numero maggiore di Facebook dipendenti in rosa. La villeggiatura quindi, oltre ad essere un momento di relax, continua ad essere anche un momento di “condivisione”. Condivisione non più solo reale, bensì anche virtuale visto che il numero di upload di foto e video cresce a dismisura in questo periodo. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha anche dichiarato che il numero di cartoline vendute e spedite in Italia, dalla nascita di Facebook e degli smartphone con connessione dati è diminuito dell’80% negli ultimi 5 anni:

 

“La possibilità di inviare foto e video direttamente dal telefonino, e ora anche quella di condividere immagini tramite Facebook o spedirle ai propri contatti virtuali ha portato gradualmente gli italiani a dire addio alle cartoline, oramai poco personali e dall’invio più costoso e lento rispetto alle possibilità offerte da internet e dai social network”.

3.828 commenti su “In spiaggia con Facebook”

  1. Because the story goes, Terry Sherman and his household gained widespread consideration after encountering quite a few inexplicable phenomena on their Utah property, famously dubbed “Skinwalker Ranch” in reference to Navajo legends of shapeshifting witches.

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  2. Even those that consider themselves to be utterly ruled by rationality could also be surprised to seek out out simply how many widespread superstitions they comply with on a regular basis – not due to any magical thinking, however simply because these actions or traditions make sense.

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  3. Next time I read a blog, Hopefully it doesn’t fail me as much as this particular one. I mean, I know it was my choice to read, nonetheless I genuinely thought you’d have something interesting to talk about. All I hear is a bunch of whining about something you could possibly fix if you were not too busy looking for attention.

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