Google+: la crescita degli utenti è rallentata?

Sono oramai diverse settimane che in rete, e non solo, Google+ sta facendo parlare di sé, in particolare per lo straordinario numero di utilizzatori che, nel giro di breve tempo, è riuscito a totalizzare.

Tuttavia se sino ad alcuni giorni fa le importanti cifre in questione sembravano condurre Google+ dritto all’inarrestabile ascesa tra i social network in rilievo da alcune ore a questa parte, invece, la stiuazione sembrerebbe essere mutata.

Il cambiamento, ovviamente, non è drastico e ne tanto meno è in grado di influire in maniera estremamente negativa sulla popolarità raggiunta dal neo social network ma se sino ad alcuni giorni fa era ovvio stupirsi dell’elevato numero di utilizzatori raggiunto e del suo continuo accrescere appare anche naturale tenere traccia di eventuali cambiamenti non definibili esattamente come positivi.

Infatti, secondo i dati resi disponibili da Experian Hitwise, una nota azienda specializzata nell’analisi del traffico web, l’espansione di Google+ starebbe procedendo con un andamento differente rispetto a quello registrato nelle scorse settimane.

Attualmente, infatti, 1,79 milioni di utenti statunitensi risultano aver effettuato l’accesso al social network di Big G il che indica un calo di circa il 3% rispetto alla scorsa settimana.

Sempre tenendo conto dei dati resi disponibili da Experian Hitwise gli utilizatori di Google+ avrebbero anche speso meno tempo nel servirsi del social network per cui l’attuale durata media di ogni sessione risulterebbe ridotta del 10%, ovvero da 5 minuti e 50 secondi a 5 minuti e 15 secondi.

Circa i sensibili cali registrati da Experian Hitwise Google ha però espresso il suo parere affermando che le cifre stimate non risultano corrispondere ai dati effettivi poiché l’azienda ha tenuto conto solo e soltanto del numero di visitatori e non del numero di utenti reali unitamente al non prendere in considerazione tutta quella fascia d’utenza che è solita connettersi al social network direttamente da device mobile.

Via | The Next Web

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