Facebook: Zuckerberg sta considerando l’introduzione del pulsante Non mi piace?

Nel corso delle ultime ore, per la gioia di tutti quegli utenti che, da tempo, sono desiderosi di poter dimostrare tutta la loro disapprovazione nei confronti di specifici contenuti presenti su Facebook e mediante un unico e rapido click, ha iniziato a diffondersi in rete una buona nuova facente riferimento, appunto, al tanto richiesto Non mi piace.

La news è stata diffusa da TechCrunch che, mediante un apposito post, ha comunicato alla vasta utenza come Mark Zuckerberg, in occasione del sempre più imminente sbarco in brosa di Facebook, stia valutando quelli che potrebbero essere i possibili vantaggi derivanti dall’implementazione del pulsante Non mi piace, Dislike o che dir si voglia.

Stando infatti a quelli che sono i dati forniti da Facebook alla SEC gli utenti presenti sul tanto amato e rinomato social network in blu generano, ogni giorno, ben 2,7 miliardi di Like e commenti, un dato questo che indica chiaramente come la possibile implementazione del Non mi piace potrebbe permettere di raddoppiare quello che, già allo stato attuale delle cose, risulta un valore tutt’altro che misero.

Stando inoltre ad alcune indiscrezioni provenienti direttamente dai piani alti di Facebook, Zuckerberg, tenendo conto dei dati numerici in questione, avrebbe presvito un utilizzo del pulsante Non mi piace pari a ben 2 miliardi di volte durante drante le prime 24 ore del suo debutto su Facebook.

Tuttavia l’implementazione del Non mi piace, sebbene richiesta da un gran numero di utenti più e più volte, non sarebbe però vista di buon occhio da tutti.

A tal proposito Robert Scoble, famosissimo blogger americano, ha voluto dire la sua esprimendo disapprovazione nei confronti dell’introduzione di una funzionalità di questo tipo.

Appare comunque opportuno ricordare il fatto che sino a ben poco tempo addietro anche lo stesso Zuckerberg era totalmente contrario all’introduzione del Non mi piace ma, qualora le indiscrezioni in questione dovessero confermarsi come veritiere, non è certo da escludere l’ipotesi che eventuali cambiamenti di opinione da parte dello stesso CEO possano essere legati alla questione business.

Via | TechCrunch

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