Facebook: la crescita degli utenti è rallentata in US, UK, Canada, Norvegia e Russia

Nonostante il predominio di Facebook su tutti gli altri social network ed il suo utilizzo a livello mondiale costituiscano oramai due fattori indiscussi, così come dimostrano anche i dati recenti, appare però importante porre l’accento su un nuovo ed interessante fattore che, negli ultimi tempi, sembrerebbe essere emerso a discapito del social network in blu.

Il numero degli utilizzatori di Facebook, infatti, sembrerebbe essere calato negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, in Norvegia e Russia a partire da Maggio.

Tali dati, emersi dall’analisi delle ultime statistiche, stanno dunque ad indicare che la crescita relativa all’utilizzo del social network di Zuck ha subito, seppur minimamente, un inaspettato rallentamento.

Affrontando la questione in cifre numeriche ne vien fuori che per quanto riguarda gli Stai Uniti Facebook sembrerebbero aver perso ben 6 milioni di utilizzatori (da 155,2 milioni ad inizio Maggio a 149,4 alla fine del mese), il Canada, invece, è passato a circa 16,6 milioni partendo da un numero iniziale pari a 1.520.000.

Per quanto concerne invece Regno Unito, Norvegia e Russia risulterebbero persi più di 100.000 utilizzatori di Facebook.

Un cambiamento di questo tipo, non permanente ma, comunque sia, significativo, potrebbe essere imputabile al fatto che, per quanto riguarda i pesi coinvolti, Facebook sembrerebbe aver superato i limiti massimi di espansione (si tratta, nello specifico, di territori dove aveva riscosso i suoi successi iniziali) o, ancora, che alcuni dei primi utilizzatori del social network in blu abbiano smesso di servirsene.

Sebbene questi dati stiano ad indicare un calo d’utenza nelle locazioni precedentemente annoverate per il tanto amato e rinomato social network in blu, però, non vi è ancora alcunché di particolarmente preoccupante poiché, diminuzioni a parte, Facebook può comunque contare su un numero di utilizzatori pari a circa il 50% della popolazione per ciascun paese il che, nella sua totalità, è tutt’altro che poco.

Via | Guardian.co.uk