Facebook e Twitter contro Renato Brunetta

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Non c’è pace per Renato Brunetta, protagonista di un singolare record, quello di aver collezionato su Facebook il maggior numero di insulti in minor tempo. Il ministro della Funzione Pubblica è finito nella bufera per aver rifiutato di parlare con i rappresentanti della Rete Precari della Pubblica Amministrazione durante il Convegno Nazionale dell’Innovazione svoltosi a Roma, definiti dallo stesso Brunetta come “la parte peggiore dell’Italia“.

Siete l’Italia peggiore, quella che usa la rete come un manganello per attacchi squadristici

La frase, poi rettificata dallo stesso Brunetta, non è piaciuta al popolo del web, che ha subito risposto con quello che il egli stesso ha definito un attacco non squadristico, ma senza dubbio mediatico: 10 mila post di insulti, spesso legati alla bassa statura del ministro.

L’episodio ricorda quello accaduto poco tempo fa a Red Ronnie, che proprio su Facebook aveva appoggiato pubblicamente la Moratti lanciando accuse al candidato Giuliano Pisapia, facendo arrabbiare chi sperava in un atteggiamento neutrale del conduttore televisivo. Ma nel caso del ministro Renato Brunetta la faccenda è più complessa. In queste ore la Rete si sta mobilitando con appelli e petizioni per chiedere le dimissioni del ministro, colpevole (come si legge dai commenti) di aver offeso tutti i lavoratori italiani, precari e non.

Ma il malcontento serpeggia pure su Twitter, anche se con toni più pacati e decisamente più ironici. Infatti come per i MorattiQuotes, qui la battaglia si combatte a colpi di hashtag.

Proprio ieri #LavoriPrecariDiBrunetta è finito tra i trending topics più popolari. Lo scopo era quello di suggerire al ministro una serie di lavori precari adatti a lui. Tra le ipotesi più gettonate troviamo raccattapalle a Subbuteo, parrucchiere di zerbini, campione per misurare l’altezza dei bambini alle giostre, pupazzo da ventriloquo e accompagnatore di cene galanti per Biancaneve.

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