CGIL, i dipendenti non possono usare Facebook al lavoro

La notizia arriva direttamente dalla sede di Firenze della CGIL ed ha suscitato molto clamore, tanto da finire addirittura sulle prime pagine di alcuni quotidiani nazionali.

Ai dipendenti fiorentini del principale sindacato italiano è stato vietato l’accesso a Facebook dall’ufficio. Niente di più e niente di meno rispetto a quanto succede in molti uffici italiani, ma per dovere di cronaca vi riportiamo la notizia.

I dirigenti della Camera del Lavoro di Firenze ci tengono a precisare che non si tratta di una manovra pensata per limitare la libertà dei dipendenti, ma, semplicemente, navigare su Facebook, così come su altri social network, non è un diritto del lavoratore, ed è, senza usare mezze parole, una vera e propria perdita di tempo.

I dipendenti possono accedere a Facebook solo per motivi professionali, per curare il profilo dell’organizzazione oppure per intrattenere contatti di lavoro, usando però una password comune per tutti. Per il resto, sono vietate le chat, i programmi di messaggistica e tutte quelle applicazioni che rientrano nella categoria “svago e intrattenimento”. Vietato quindi anche il solitario di Windows…

Nessuna limitazione, ovviamente, per quanto riguarda l’accesso a Facebook fuori dal luogo di lavoro, i dipendenti possono avere un profilo ed aggiornarlo liberamente.

Questa limitazione colpisce solamente i dipendenti della CGIL di Firenze, per il momento. Non è chiaro se la cosa sarà presto valida per tutte le sedi italiane del sindacato. I lavoratori non sembrano averla presa molto bene, considerando che a Palazzo Vecchio, sede del sindaco di Firenze Matteo Renzi, i dipendenti possono accedere liberamente a Facebook, YouTube, Twitter, possono leggere i blog e navigare liberamente in rete. L’unica limitazione riguarda, comprensibilmente, i siti a carattere erotico.

Lo stesso sindaco Renzi è molto attivo su Facebook ed aggiorna personalmente la sua pagina personale. Risponde ai commenti dei cittadini ed è molto attento al riscontro della community.