Le polizze aumentano per colpa dei social network

Assicurazione

 

Non solo vantaggi legati alla nascita dei social network. Ovviamente quello che “luccica” di primo acchitto sono sicuramente le possibilità di socializzazione e di commercializzazione, oltre a quelle di relazione con gli altri utenti. Oggi andiamo ad analizzare il lato oscuro dei social network che tocca in parte un discorso a noi già ben noto: quello della privacy e della sicurezza dei dati personali.

 
A nulla bastano le informazioni dateci dal browser “che qualcun altro potrebbe visualizzare i nostri dati personali”, perchè quandi si accede ad un sito di social networking si è soliti dire si, oppure ok ad ogni richiesta del sito. Ovviamente questo dal lato tecnico, se andiamo a considerare invece i dettagli distribuiti sulla propria vita privata, è all’ordine del giorno sapere di case che vengono svaligiate et similia perchè per un mese su Facebook si è detto che in tal giorno si fosse partiti per le vacanze.

Twitter vs privacy: prego, derubami

pleaserobme

Avete mai sentito parlare di PleaseRobMe.com?
Si tratta di un sito dai presupposti alquanto controversi che raccoglie i tweet relativi alla propria posizione fisica, dando informazioni sugli spostamenti degli utenti soprattutto relativamente alle loro case vuote.

“La nostra intenzione non è, e mai lo è stato, quella di far derubare la gente”. E’ quello che si legge nella sezione “about” del sito ma per capire la filosofia e la mission del sito in realtà bisognerebbe andare un po’ oltre le apparenze.

Il worm Spybot.AKB attacca anche i social network

Internet worm

Tra i rischi che si corrono nel navigare su internet e tra le tante minacce che si aggirano nei meandri della Rete, ce n’è una in particolare che ultimamente sta preoccupando non poco gli addetti alla sicurezza. E’ arrivato infatti Spybot.AKB, che sta seminando il panico sul web a causa della sua estrema velocità di diffusione attraverso alcuni dei canali più utilizzati dai cittadini della Rete.

Si tratta di un worm che è già stato preso in analisi da uno studio condotto nei laboratori di Panda Security: secondo questa ricerca, purtroppo, avrebbe già preso di mira un numero non indifferente di utenti, attraverso client per il download di materiale su reti P2P, senza risparmiare nemmeno email e social network.

Monitoraggio dei figli sui social network

Reputation Manager

 

 

Oggi parliamo di una applicazione che si sta diffondendo in Italia e che mette a confronto due realtà particolari: l’immagine delle persone ed i social network. L’utility si chiama Reputation Manager ed è stata progettata e realizzata in Italia.

 
La nascita di questa applicazione torna utile alle aziende che sono interessate a conoscere l’opinione dei consumatori sul proprio conto nel web. Ma questa, sta riuscendo ad ottenere un nuovo riscontro dai genitori che cercano di ri-utilizzare la piattaforma per altri scopi: controllare le frequentazioni dei propri figli in rete, passando per le immagini e le informazioni che rilasciano.

I social network sempre più pericolosi

Caution

 

 

E’  il risultato di un’indagine che vede come protagonisti i social network di tutto il mondo. La perfezione, ma soprattutto la sicurezza sono la vera utopia di questi mondi. Secondo quanto riportato dalle ultime statistiche effettuate sugli utenti, risulta che oltre il 70% degli utenti dei più diffusi Facebook e Twitter, risultano vittime di spam ed attacchi continui di applicazioni hacker.

 
L’allarme è lanciato da Sophos, che lo ha definito come Orange Warning. Ben il 57% degli utenti, già nel 2008 è infatti stato contattato tramite messaggio e vi ha trovato dentro dello spam; ad oggi 2010, questa percentuale è salita al 71%.

I minori più tutelati su Facebook

Viviane Reding

 

 

La notizia arriva dal Commissario Europeo per la società dell’Informazione e dei Media, Viviane Reding, che ha dichiarato in una nota pubblica che i minorenni dovranno essere maggiormente tutelati durante la navigazione ed i contatti sulle reti di social networking.

 
Parliamo dei diffusissimi Facebook, MySpace oppure Twitter e YouTube, che con la propria popolarità, secondo la Reding, sarebbero diventate dei focolari di pericolo soprattutto per i più giuvani. Si tratta di bambini in primis che non vengono ritenuti idonei a trattare dei rischi sulla diffusione dei propri dati personali. Bambini al di sotto dei 18 anni di età che potrebbero divulgare informazioni pericolose per la propria incolumità.

Club di calcio vietano i social network

Stadio

 

 

Come tutte le mode passeggere e non, anche questa mania di essere presenti e soprattutto vigili sui social network ha colpito le star. Questa volta parliamo nello specifico delle star del mondo del calcio. Molti dei calciatori noti al mondo degli sportivi, si trovano infatti ad avere uno stretto rapporto con i propri colleghi, fans ed amici tramite i social network. Alla base dei siti più cliccati, come sempre si trovano Twitter e Facebook.

 
Il problema è quello che hanno scoperto i team delle società calcistiche, e cioè che quasi tutti i calciatori, hanno la lingua molto lunga e quindi svelano tanti piccoli “segreti”. Abbiamo parlato qualche giorno fa su IoChatto.com del caso del giocatore del Liverpool, Ryan Babel e dei suoi rapporti conflittuali con il tecnico spagnolo Benitez.

L’e-governance è poca per l’uso dei social network

E-Governance

 

 

A dichiararlo è Cisco , l’azienda leader nelle indagini sulle strumentazioni hi tech ed il rapporto con i network. Secondo lo studio che riguarderebbe un periodo di stina tra Aprile 2009 e Settembre 2009, e che ha coinvolto tre tra le più importanti Business School tra Europa e Stati Uniti d’America, molte piattaforme di social networking, proprio a partire da Facebook e Twitter oltre ad essere più che stabilizzate nell’utilizzo quotidiano di utenti semplici, stanno sempre più amplificando la propria presenza all’interno degli ambienti.

 
La ricerca è stata effettuata su un campione di ben 105 rappresentanti di 97 aziende diverse, a loro volta con delle sedi in ben 20 Paesi diversi tra loro. Tra le aziende prese in esame anche alcune italiane. Al primo posto come utilizzo delle piattaforme di social networking, saremo ripetitivi, ma troviamo Twitter e Facebook. Da qui, l’utilizzo visto per migliorare il rapporto con i clienti ed i potenziali clienti, oltre ad uno spietato veicolo di brand awareness.

Mai legarsi ad una password

password

 

 

Sembra il titolo di un film, o meglio un detto antico ed in comune con questi ultimi, ha proprio la sua veridicità. La fedeltà degli utenti alla propria password può essere una potente arma che ci si può rivoltare contro in casi di smarrimento o di divulgazione. Molti sono gli utenti “cattivi”, che cercano dalle pagine dei social network di carpire segreti e password di utilizzatori inconsapevoli di servizi on line, tramite una sola password, identica per tutti i servizi.

 
Una recente ricerca vuole che ci siano una serie di utenti di siti di social networking come Facebook che sono stati battezzati dalla stampa di settore “The Spy“, che facendo ricerche incrociate (e soprattutto molti tentativi), annotano nomi utente, date di nascita ed indirizzi e-mail per cercare di invadere (per motivi non proprio legali) la privacy altrui.

Zuckerberg contro tutti sulla questione privacy

Mark Zuckerberg

 

 

La privacy, questa sconosciuta che tutti vogliono ma non tutti riescono a capire realmente cos’è. A parlare di questo argomento, chi potrebbe essere più preparato di una persona che ha attirato a se persone che ci giocano con la propria privacy come Mark Zuckerberg? Ebbene si, lo studente di Harvard che dal 2004 ha cominciato a giocare con la privacy degli utenti, in questi giorni, come CEO fondatore di Facebook ha dichiarato che le scelte fatte in questi ultimi mesi hanno dato dei cambiamenti drastici sul social network, ma che non ancora tutti hanno capito cos’è realmente la privacy. Semplicemente la vogliono per “moda”.

 
Ad intervistare il giovane imprenditore, è stato Micheal Arrington, noto al pubblico per la sua collaborazione con TechCrunch.

Le password fantasma di Twitter

twitter password

 

 

E’ capitato qualcosa di strano negli ultimi giorni agli utenti affezionati di Twitter, ma è successo solo a coloro che hanno scelto delle password per così dire “particolari” rispetto alla media.

 

Quello che ha colpito questa serie di utenti, è che all’autenticazione sul sito, si sono visti rifiutare la propria password utente per accedere al social network, trovando una motivazione alquanto disarmante: “La tua password potrebbe essere troppo semplice“.

Social network in Italia: situazione politica pressante

Facebook

 

 

L’aggressione a Silvio Berlusconi, sta portando dei riscontri nel modo di vivere i social network in Italia, che sembrano voler modificare le attuali modalità. La proposta di decreto Legge fatta qualche giorno fa sulla regolamentazione dei social network è stata trasformata in disegno di Legge

 

 A presentare questo provvedimento sarebbe il Senatore dello stesso PdL, Raffaele Lauro. Il Senatore, propone in questo disegno di voler punire chiunque sui social network istiga a commettere degli atti pericolosi contro la vita e contro l’incolumità delle persone.

La politica sempre più su Facebook

Roberto Maroni

 

 

Il caso Berlusconi, sembra aver fatto si che politici e “disturbatori mediatici” cominciassero a farsi sentire sui mezzi di comunicazione per esprimere la loro, a partire dal semplice utilizzo dei social network. Facebook e tutti gli altri, infatti, subito il dopo-Tartaglia, sono stati messi sotto accusa da parte di molti politici e molti sostenitori delle “starlette della politica“.

 
Finchè si parla di lottare contro la violenza, tutto è lecito, ma quando poi si comincia a parlare di regolamentazioni che andrebbero a bloccare il senso dell’esistere del social network il discorso cambia. Si parla di censure, blocchi, addirittura chiusure. Ma vediamo un attimo in Italia come è stata vissuta la cosa dagli esponenti che hanno parlato di Social network e politica, a seguito del caso Berlusconi in Piazza del Popolo.

Facebook e Twitter spiati degli hacker

Hacker

 

 

Gli hacker sono dei “professionisti” del settore informatico che fanno temere i colossi, ogni qualvolta si presenta anche un bug. Lo scorso anno, in Italia (precisamente nel mese di Ottobre), un gruppo di hacker riuscì a manomettere buona parte del sito di Poste Italiane creando non pochi disagi.

 

Ad oggi, si presuppone che questi individui stiano osservando molto da vicino i social network Facebook e Twitter. Ad affiancare gli hacker nello “spionaggio” dei social network, abbiamo i cracker che sono i cosiddetti ladri di identità. Essi cercano di rubare le password ed intere identità agli iscritti che si lasciano andare nell’utilizzo di password tipo 1234, oppure 0000 o ancora il proprio nome.