Asia passa dai soldi virtuali a quelli reali

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soldi giapponesi

Chi l’ha detto che attraverso i social network non si possono fare soldi direttamente tramite gli utenti? Chiunque sia stato a fare questa affermazione oggi viene smentito dalle ultime news che ci arrivano dal Giappone. L’unico “trucco” che esiste secondo i responsabili dei social network asiatici, è quello di utilizzare i soldi virtuali…che alla fine diventano comunque reali.
Una studentessa universitaria cinese di nome Nina Misoku, spende circa 2,3 dollari al mese facendo delle ricerche sul suo avatar pinguino o per giocare al classico QQ presente su Qzone.

Anche se la cifra che questa studentessa fantomatica spende, è a dir poco inesistente, tutti questi “centesimi” che vengono consumati vengono incassati dalla Tencent Holdings, che gestisce Qzone, e che grazie a questi “spiccioli”, ha avuto un incremento nei profitti pari ad oltre l’85% nel solo secondo trimestre del 2009 rispetto all’anno precedente. In pratica, la Tencent, durante la crisi ha guadagnato.

Benjamin Joffe, capo della società di consulenza Plus Eight Star, ha dichiarato che: “Sono in continua crescita nonostante la crisi, dal momento che incassano milioni, considerando che le cifre sono sì piccole, ma le persone che le versano sono milioni e milioni. Gli asiatici spendono circa 5 miliardi di dollari su Internet su Qzone, Cyworld, Gree ed altri simili. Questa cifra, tra l’altro, corrisponde all’80% della spesa globale per questo settore di mercato. I social network servono solamente per riunire le persone, ma se vuoi trarre dei profitti devi vendere alla gente qualcosa. Quello che i gestori di questo business hanno capito è che le persone sono ben liete di pagare per cose che fanno riferimento ai sentimenti o all’intrattenimento“.

Ebbene anche social network come Facebook, Twitter e MySpace stanno cominciando a prendere spunto da questi network pensando di fare guadagni del genere. Anche se questi dipendono ancora finanziariamente dagli inserzionisti, vediamo che la Tencent Holdings, si è staccata dagli stessi, riuscendo a mantenersi autonomamente, anche perchè il mercato pubblicitario asiatico è meno sviluppato.

3 commenti su “Asia passa dai soldi virtuali a quelli reali”

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