Apple ha vietato Vine ai minori

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Vine porno

Vine, la startup acquisita da Twitter e divenuta poi un’app grazie alla quale registrare microvideo della durata di 6 secondi da condividere con i propri followers ed anche con gli amici su Facebook, non ha avuto esattamente l’esordio che il team del cinguettante social network si aspettava.

Infatti, a pochi giorni dal suo lancio su App Store l’app è stata subito declassata da Apple a causa del sempre maggior quantitativo di video classificati come porno che gli utenti hanno iniziato a postare.

Tenendo conto di ciò Twitter aveva fatto sapere ai propri utenti che l’app integrava un apposito strumento mediante cui segnalare i video con contenuti inappropriati e che, qualora tali, sarebbero stati rimossi.

Nel corso delle ultime ore, però, la questione porno è tornata a farsi sentire e, questa volta, ancor più forte di prima.

Da qualche giorno, infatti, è stata rilasciata una nuova versione di Vine e l’aggiornamento mira a tenere alla larga i minorenni.

Inizialmente il limite di età era stato fissato a 12 anni ma conseguenzialmente allo scatenarsi delle proteste contro l’applicazione per l’eccessivo numero di filmati pornografici, tra i quali anche uno “selezionato dalla redazione”, le cose sono cambiate.

Sotto costrizione di Apple, Vine, infatti, è stata costretta a trasformarsi in un’app +17, così come normalmente vengono marcate le app con contenuti quali violenza, droga o sesso.

In effetti su App Store non vi è alcuna forma di pornografia ragion per cui è sufficiente che un’applicazione faccia qualcosa di moralmente non irreprensibile per cadere nella classificazione per adulti.

Non si tratta comunque di una conseguenza grave poichè l’app continua comunque a essere indicizzata sullo store e gli utenti possono normalmente raggiungerla, solo rimarrà fuori dalla portata di quei device iOS su cui sono stati attivati i controlli parentali in modo tale da non andare a coinvolgere i minori.

Via | Ars Technica

625 commenti su “Apple ha vietato Vine ai minori”

  1. If everything in this universe has a cause, then surely the cause of my hunger must be the divine order of things aligning to guide me toward the ultimate pleasure of a well-timed meal. Could it be that desire itself is a cosmic signal, a way for nature to communicate with us, pushing us toward the fulfillment of our potential? Perhaps the true philosopher is not the one who ignores his desires, but the one who understands their deeper meaning.

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  2. Friendship, some say, is a single soul residing in two bodies, but why limit it to two? What if friendship is more like a great, endless web, where each connection strengthens the whole? Maybe we are not separate beings at all, but parts of one vast consciousness, reaching out through the illusion of individuality to recognize itself in another.

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