Padre britannico annuncia l’omicidio della figlia su Facebook

Ancora un terribile fatto di cronaca coinvolge Facebook, il social network più popolare al mondo, e forse anche per questo, molte volte utilizzato per realizzare scopi nefasti.

Un padre della Gran Bretagna, Ramazan Acar, sarà ascoltato da un tribunale locale il 18 maggio per l’omicidio della figlia Yazmina di appena due anni. Ramazan aveva già confessato l’intenzione di voler commettere l’omicidio tramite una serie di messaggi inequivocabili lanciati su Facebook e su altri sistemi di messaggistica, fino all’inevitabile arresto da parte della polizia britannica.

Alle 19:23 di una sera dello scorso novembre, Ramazan Acar aveva infatti scritto: “Bout 2 kill ma kid (Mi preparo ad uccidere la mia bambina)”. Qualche minuto dopo, ha tolto la vita alla piccola con un coltello.

Da un’analisi successiva è emerso purtroppo che Yazmina avrebbe sofferto di una morte raccapricciante e dolorosa. Il padre ha infatti mancato con le sue coltellate gli organi vitali, lasciando che la figlia si spegnesse lentamente sul pavimento per dissanguamento.

L’ultimo aggiornamento di stato su Facebook lo ha pubblicato dieci minuti prima l’arrivo della polizia intorno le 23:30 locali: “I u lv mimi“, evidentemente un messaggio d’amore alla bambina assassinata prima di assicurarsi alla giustizia. Inoltre, ancora prima di chiamare volontariamente le forze dell’ordine, ha mandato diversi messaggi alla madre dicendole che non avrebbe più rivisto sua figlia. La donna, probabilmente l’ex-moglie, sconvolta dall’accaduto non avrebbe mai pensato che Ramazon intendeva ucciderla con le proprie mani.

In questi giorni si era anche diffusa la speranzosa notizia che si trattasse soltanto di uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualche cracker informatico con l’obiettivo realizzare una campagna spamware facendo leva su un fatto chiaramente terribile. Purtroppo è poi arrivata la smentita, e di conseguenza la conferma che la piccola Yazmina è stata uccisa davvero senza pietà dal folle padre, che adesso dovrà rispondere alla corte di giustizia britannica di omicidio volontario.